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Parliamo di schermo solare.
La sua efficienza determina l'attendibilità dei valori di temperatura e umidità registrati dalla stazione.
Le stazioni di fascia alta come le Davis sono provviste di schermo solare dalle prestazioni certificate. Per i possessori delle LaCrosse, che non sono provviste di schermi, ci sono due strade: o in qualche modo adattare il proprio termoigrometro per inserirlo in uno schermo Davis da acquistare a parte, oppure ci si avventura nell'autocostruzione, come è avvenuto nel mio caso. Per l'autocostruzione è importante poi poter valutare l'efficacia del proprio schermo, quindi il lavoro è piuttosto lungo.
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Le stazioni meteo di Montelabbate Meteo e Meteo Ca'Gallo hanno in comune lo stesso involucro del sensore termoigrometrico, per cui sono stati costruiti due schermi solari identici tranne che per alcuni dettagli strutturali. Quello di Ca' Gallo, collocato in giardino e wireless è stato realizzato con una struttura portante in plexiglass che è elettromagneticamente "invisibile" cioè non crea ostacoli elettromagnetici come invece potrebbe fare il metallo. A Montelabbate lo stesso schermo ha invece una struttura metallica: il sensore è cablato, quindi non lavora in wireless, e il posizionamento nel tetto lo rende più esposto a forti raffiche di vento quindi è necessaria una maggior robustezza meccanica, che il metallo può garantire.
Il test è stato realizzato sullo schermo di Meteo Ca' Gallo, che è in una situazione più sfavorevole (ne riparlerò più avanti) in quanto nel giardino possono esserci più calme di vento rispetto al colmo di un tetto. Essendo identici, se lo schermo di Ca'Gallo passerà la prova, a maggior ragione sarà promosso quello di Montelabbate.
A sinistra lo schermo Davis passivo 8 piatti, a destra l'autocostruito passivo a 9 piatti
Una parentesi: schermo attivo e passivo. Che significa?
Schermo passivo: è realizzato da una serie di piatti impilati, opportunamente distanziati, che proteggono il sensore posto all'interno dai raggi diretti e indiretti del sole e sono realizzati in modo da sfruttare il meglio possibile il movimento dell'aria circostante, che circolando all'interno dei suoi piatti riesce a mantenere il sensore "fresco", cioè alla temperatura molto vicina a quella dell'aria. Ma attenzione, lo schermo ha un ruolo fondamentale anche di notte, se pur in misura minore: quando il cielo è stellato, accade esattamente il contrario di quello che succede col sole, cioè il cielo assorbe energia termica per irraggiamento dal terreno che quindi si raffredda di più rispetto all'aria e ad una parte di suolo al coperto come ad esempio sotto una pianta. La pianta ripara dal cielo (che di notte assorbe energia) esattamente come ripara dal sole di giorno con la sua ombra. Allo stesso modo le nuvole: nelle nostre zone se si annuvola è meno probabile che di notte geli.
Bene, quindi lo schermo se di giorno evita che col sole il nostro termometro segni valori più alti del dovuto, di notte evita che si registrino minime più basse di quelle reali. Gli schermi passivi possono andare un po' in crisi in particolari e rare situazioni di quiete assoluta dell'aria, con ad esempio un forte sole di luglio. I piatti, se pur lentamente, tenderanno sempre a scaldarsi un poco e quindi il sensore di conseguenza. Per rimediare basterebbe ventilare un po', cioè far circolare aria al suo interno nel sensore e tra i piatti, che si raffredderebbero ritornando alla temperatura dell'aria. Questo è lo schermo attivo, in cui viene realizzata una ventilazione forzata tramite una ventolina posta in maniera opportuna all'interno dello schermo. Ci sono diversi schemi di costruzione e ci sono due possibilità di funzionamento: la ventolina spesso viene alimentata da un pannello solare e funziona quindi solo in presenza di sole, quindi diciamo un funzionamento part-
Ritorniamo al test.
La logica è questa. Come prima cosa bisogna testare i termoigrometri a banco per valutare lo scostamento dovuto alla loro calibrazione. Poi, purchè uno non faccia ombra all'altro, vicino al mio schermo viene montato anche il Davis con all'interno il sensore che mi hanno fornito, come nelle precedenti fotografie. Giorno dopo giorno devo rilevare massimi e minimi di temperatura e riportarli su un apposito foglio excel. La prova dura circa 30 giorni. Se gli scostamenti di massimi e minimi registrati dalla mia stazione non superano un certo valore rispetto al Davis che è certificato, il mio schermo può ritenersi a sua volta certificato.
Il test, realizzato a Ca'Gallo nel mese di novembre ha dimostrato che il delta massimo è stato di 0,42°C mentre il il delta minimo è stato di -